Favorisce la regolarità intestinale.
Si consiglia l’assunzione di 2 capsule alla sera prima di coricarsi
Il succo condensato a secchezza di Aloe è ricco in glucosidi antrachinonici, ottenuti prevalentemente dai tuboli esterni, situati al di sotto dell’epidermide della foglia.
Gli antrachinoni presenti nel succo essiccato sono da sempre utilizzati per le loro proprietà lassative, entrano a far parte di molti farmaci, ma come tutti gli antrachinoni devono essere utilizzati solo in casi particolari. Le sostanze presenti nell’estratto di aloe inducono una secrezione attiva di acqua ed elettroliti nel lume intestinale e ne impediscono il riassorbimento nel colon [1].
Utilizzata in cucina e anche per la preparazione di grog antinfluenzali insieme a chiodi di garofano, la corteccia della Cannella è presente in Farmacopea, ed è ricca di olio essenziale, tannino e mucillagini. L’olio essenziale, presente nella corteccia, nelle radici e nelle foglie, contiene prevalentemente aldeide cinnamica (65-80%) ed eugenolo oltre a numerosi altri costituenti tipo terpenico e fenolico.
L’olio è dotato di notevole attività antimicrobica [1].
La corteccia di Frangula è comunemente utilizzata in tisane lassative, oltre che in specialità medicinali. Per la presenza di glucosidi antrachinonici, dev’essere utilizzata saltuariamente [1].
I Chiodi di garofano sono abitualmente utilizzati non solo in cucina, ma anche in medicina. Sono particolarmente ricchi in olio essenziale, già utilizzato per imbalsamare i cadaveri (90% eugenolo) poiché dotato di elevato potere antimicrobico contro funghi e batteri, antinfiammatorio e analgesico.
I componenti estratti mediante decozione o solvente idroalcolico agiscono per via riflessa, ma anche per meccanismi irritativi diretti sulle prime fasi della digestione [1].
La Malva è una pianta a tutti nota non solo per l’estrema diffusione ai bordi delle strade e nei luoghi incolti, manche per il largo uso che ne viene fatto a livello domestico come antinfiammatorio orale per sciacqui e gargarismi, fra l’altro riscuotendo un certo successo.
Contiene mucillagini (costituite da miscele di carboidrati che in acqua danno soluzioni colloidali con proprietà antinfiammatorie locali), flavonoidi, antociani e tannini tra i quali Malvina e malvidina, presenti soprattutto nei fiori, vitamine (A, C, B1) e sali minerali. La pianta presenta un’azione antinfiammatoria sulle mucose con le quali digerente e, in particolare, sul cavo orale, esofago, stomaco e intestino.
Alcuni estratti della pianta entrano nella composizione di specialità farmaceutiche associati a sostanze di sintesi (supposte antinfiammatorie) [1].
La Propoli è un materiale gommoso ottenuto per elaborazione enzimatica di sostanze vegetali (flavonoidi, resine, oli essenziali) da parte delle api [1].
Impropriamente ritenuta immunostimolante, la Propoli in realtà dovrebbe essere considerata un rimedio ad attività antinfiammatoria, disinfettante e antivirale, soprattutto contro le faringotonsilliti.
Sperimentalmente a carico della Propoli sono state dimostrate: attività antiflogistica e anticomplementaria, attività antivirale, attività batteriostatica e battericida, attività anti Trichomonas e miceti, attività antiradicali liberi [2].
Il Rabarbaro è una pianta utilizzata molto dall’industria liquoristica, conosciuta per le sue proprietà digestive, ed entra nella composizione di aperitivi e amari. Gli estratti della radice di Rabarbaro esercitano due importanti attività biologiche: digestiva a basse dosi e lassativa a dosi più alte. A basse dosi , il Rabarbaro stimola la secrezione dei succhi gastrici, l’escrezione di bile dal fegato e la normale peristalsi del tubo digerente. A dosaggi più alti, invece, per la presenza dei glucosidi antrachinoni, determinano a livello del colon un ridotto riassorbimento dei liquidi, i quali si accumulano nel lume intestinale con effetto lassativo.
Fra le piante medicinali contenenti glucosidi antranoidi, comunque, il Rabarbaro è quella meglio tollerata: grazie, infatti, alla presenza dei polifenoli esercita una debole attività sull’intestino, privategli effetti collaterali comuni alle altre piante contenenti antranoidi. I polifenoli del Rabarbaro hanno inoltre dimostrato un’attività antinfiammatoria assente nelle altre piante lassative [1].
Le foglie di Senna, sono utilizzate come lassativo in virtù dei glucosidi antrachinonici in esse contenuti e dovrebbero essere usate soltanto saltuariamente per risolvere una stitichezza occasionale [1].
La Senna ha un alto contenuto glicosidico che liberano i loro agliconi nel tratto intestinale, dove provocano uno stimolo irritante sulla mucosa, con un aumento della peristalsi e inibizione del riassorbimento di acqua [2].
La pianta della Verbena possiede un’attività anticonvulsiva, sedativa e ansiolitica [3].
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